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“Ogni giorno di felicità è una poesia che muore” di Ivan Talarico

16 Gen

talarico

La poesia non è di facile o univoca interpretazione, poiché contiene immensi universi in pochi versi . La poesia commuove, scuote l’animo sensibile e scova anime gemelle con cui entrare in comunione e condividere il suo messaggio.

Quello che accade con Ivan Talarico è la sua silloge “Ogni giorno di felicità è una poesia che muove” (edito da Gorilla Sapiens, 2014) è che vi ritrovate poesie assurde, seducenti in alcuni versi, ironiche in quello immediatamente successivo. La sensazione è quella che il poeta voglia raccontarci poesie per consolarci nel quotidiano corso delle cose che ci fa soffrire; che a volte sia consapevole di inciampare, di essere anche lui cosciente della sua scarsa abilità in questo intento. Perché, anche se le poesie sembrano assurde, non riescono a celare del tutto una nota romantica e malinconica.

Attraverso giochi di parole che a volte ho temuto fossero esercizi di scrittura creativa, Talarico sembra tenti di strappare un sorriso. Sotto un vestito all’apparenza scherzoso, però, si celano significati che rimandano ad amori profondi, come se a scrivere fosse qualcuno che vuole prendersi e prendere tutto poco sul serio.
“Una traiettoria che non sia proiettile”, ad esempio, racconta un disagio ed è una vera richiesta d’aiuto, mentre “Sei partita” è come una celebrazione d’amore apparentemente verso la propria donna, ma che si scopre essere rivolta alla propria terra; e Nei tuoi occhi mostra la capacità di trovare un universo nella persona amata. All’inizio ci si chiede se il poeta ci stia prendendo in giro, ma subito se ne comprende la serietà e la capacità di essere profondamente romantico.

“Siamo essere iscritti / e non siamo altro che scrittura” credo sia il verso che meglio riassume l’impressione che ho avuto della poesia di Talarico. Impossibile non ammirarne la notevole capacità narrativa. Egli offre tante storie, racconti in formato poesia oppure poesie lunghe come brevi racconti. E ci sono intere vite, non solamente istinti.

“Alla simpatia non rinuncio”, scrive il nostro poeta, e infatti nei suoi versi troviamo tanta ironia, sorrisi talvolta amari che servono a raccontare le sfaccettature della vita.
Tra versi ironici e assurdi, sbucano perle romantiche che colgono di sorpresa commuovendo il lettore. La poesia diventa un mezzo per non prendere troppo sul serio la vita, ma solo apparentemente perché a leggerle e rileggerle queste brevi opere nascondono disagi, raccontano separazioni e fastidiosi dolori disseminati tra le piccole gioie quotidiane, tra la semplicità e le cose che si tende a dare per scontate.
Nulla di troppo poetico o simile a un canto aulico tra queste pagine. Del resto anche il titolo e la copertina del libro non suggeriscono qualcosa di troppo serio, ma alla lettura si comprende il suggerimento di un modo di affrontare la vita. Un’idea. Come suggerisce Antonio Rezza nella prefazione, questa non è una poesia romantica perché il tempo non aspetta e ogni giorno è una battaglia.
La poesia diventa un’arma come un fucile carico di fiori, perché le parole sono armi, possono colpire, ferire, e non passano senza aver lasciato un segno.
La poesia è superiore perché è un’arma che scuote senza darti tempo di capire che lo sta facendo e non ti lascerà libero sano e salvo.

Per info e acquisto: Ogni giorno di felicità è una poesia che muore
oppure  http://www.gorillasapiensedizioni.com/libri/ogni-giorno-di-felicita-e-una-poesia-che-muore

 
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Pubblicato da su 16 gennaio 2017 in Recensioni

 

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